La morte di Galla Lupanio avvenne in un periodo di forte tensione politica a Venezia, dove il sentimento antibizantino si faceva sempre più marcato. Il suo successore, Domenico Monegario, originario di Malamocco, fu eletto doge nel 756 anche grazie all’appoggio del re longobardo Desiderio. Tuttavia, per limitare il potere ducale e mantenere un equilibrio politico, il nuovo doge fu affiancato da due tribuni eletti annualmente, una misura che rifletteva l’instabilità del periodo.
Il cognome Monegario, secondo gli studiosi, potrebbe derivare da “monegarium”, indicando una possibile vocazione monastica, oppure da “monetarius”, suggerendo un legame con l’attività di coniatore di monete. Questa ambiguità riflette l’anima medievale veneziana, dove religione e denaro si intrecciavano in un complesso gioco di potere.
Nel frattempo, le attività mercantili veneziane si espandevano rapidamente. I pescatori della laguna si trasformavano in audaci navigatori, mentre il commercio con Bisanzio diventava una costante. Le navi veneziane solcavano i mari dello Ionio e del Levante, trasformando i venetici da semplici navigatori in veri e propri mercanti. L’arte nautica si sviluppava di pari passo: Venezia diventava un centro di innovazione nella costruzione di scafi e chiglie, sperimentando nuove disposizioni di remi e vele per migliorare la navigazione.
Questa crescente ricchezza portò inevitabilmente anche a invidie e rivalità, alimentando giochi di potere sempre più pericolosi. Papa Paolo I, approfittando della distanza di Bisanzio, cercò di estendere l’influenza della Chiesa sulla Venezia marittima, aumentando le tensioni politiche.
Nel 764, Domenico Monegario, vittima delle trame politiche dell’epoca, subì la stessa sorte dei suoi predecessori: fu abbacinato (accecato) e deposto, chiudendo un capitolo turbolento della storia veneziana.
